Marettimo è la più lontana e isolata delle Egadi, con una storia a sé, anche dal punto di vista geologico e naturalistico, rispetto alle altre isole dell’arcipelago. Montuosa e selvaggia, infatti, si è staccata dalla terraferma diversi millenni prima delle altre due.
Le sue coste alte e rocciose formano le grotte, circa quattrocento degne di nota, sia in superficie che in profondità, raggiungibili solo dal mare, ed offrono allo sguardo del visitatore fondali di una bellezza indescrivibile, ai quali è possibile accedere quasi esclusivamente per mezzo di imbarcazioni.
L’isola prende il nome attuale dal mare che la circonda e dal timo: la montagna profuma del timo di cui è ricoperta, e maestosa sovrasta il paese che si estende ai suoi piedi.
L’approdo avviene allo Scalo Nuovo, e subito si avverte il ruolo maestoso della montagna che incombe. E’ comunque lo Scalo Vecchio, sul lato opposto, il vero porticciolo dei pescatori di Marettimo, dal quale si scorge Punta Troia, che si sporge sul mare col suo Castello costruito nel IX secolo dai Saraceni e successivamente portato come è oggi dagli Spagnoli.
Lasciato il paese, seguendo una mulattiera che si inerpica per la montagna tra la vegetazione mediterranea, si arriva al sito archeologico delle “Case Romane”. Qui si trovano i resti di una costruzione romana e di un tempio risalente ai primi secoli dell’era cristiana, testimonianza della presenza dei Romani sull’isola. Nei suoi pressi si trova la chiesetta bizantina dedicata al culto di S. Basilio, probabilmente dell’XI secolo, caratterizzata dalla pianta a croce greca contratta.